L'associazione Cherimus, in collaborazione con l'associazione Sunugal, presenta:
"CHADAL: UN VOLO MUSICALE TRA SARDEGNA E SENEGAL"
Due mondi e una sola anima, fatta di suono. Sardegna e Senegal, oltre alla lettera iniziale hanno in comune una cultura musicale che affonda le radici nel passato lontano, nelle campagne, fra le tradizioni antiche religiose e pagane, legate alle feste o all'amore. Legate ai riti di liberazione, alla condizione di trance. Musiche ossessive e ritmate, per danzare e liberarsi dai mali. Musiche che trasportano verso l'alterità, verso la libertà.Dopo il tour in Sardegna, il supergruppo Chadal arriva a Milano, al Carroponte di Sesto San Giovanni per un grande concerto, organizzato da Cherimus in collaborazionecon Sunugal, preceduto da un incontro con i musicisti e la presentazione del progetto internazionale da cui è nato il gruppo.Dall'idea che solo incontrandosi e scambiandosi pezzi di anima gli uomini possanocomprendersi appieno, è nata Chadal una produzione sardo-senegalese cresciuta all'interno diun progetto di cooperazione internazionale, divenuta oggi una band stabile.Dal lavoro di scambio culturale sulle rispettive tradizioni musicali, dai workshop e naturalmentedalle centinaia di ore di musica suonata nasce un disco di musiche originali che racconta la storia di una contaminazione continua. La chitarra etno-jazz di Alberto Balia e quella afro-blues di Bah Moody, le launeddas di Andrea Pisu, la kora senegalese di Baka Cissokho e lo xalam di Alioune Ndiaye, le musiche tradizionali del Sulcis e le armonie lievi disegnate dal balafon di Sidy Koïta, di tradizione sub-sahariana. Ma anche una tromba (Riccardo Pittau) e un piano (Matteo Scano) con inflessioni jazz e una sezione ritmica elettrica (Alassane Cissé al basso, e ancora Sidy Koïta alla batteria e allo djembé) che ha fatto sua la lezione del pop-rock senegalese, quello che è cresciuto dallo Mbalax ed è arrivato sui palchi di tutto il mondo.Il disco, registrato dal 15 al 25 maggio a Dakar, nello studio di Papis Konaté, con Ouzin Ndoye dietro il bancone, è un mélange di tradizione e improvvisazione, in cui si ritrovano sullo stesso brano le voci delle donne sérere e un canto in lingua sarda, la kora e le launeddas. Ma c'è spazio anche per ritmi incalzanti, per ballate romantiche e per canti ancestrali rivisitati non senza ironia.
Dopo il disco, i concerti. I primi due a Dakar sono stati un successo. Si balla e piange, si ride e ci si lascia trasportare dal feeling di un gruppo che ha un impatto visivo assai forte, grazie anche alle scenografie realizzate dall'artista Marco Colombaioni e alle molte immagini di Vincenzo Cammarata, scattate nelle settimane di lavoro in Senegal, insieme con filmati e altri materiali che sono a disposizione.
Ma questo non è solo uno spettacolo. È una storia di dialogo fra popoli. Un incontro nel segnodell'arte più pura e immediata, dell'espressione senza barriere. Una musica che, come il Chadal, variopinto uccello migratore, parte dalla Sardegna e vola verso il Senegal, pronto a tornare indietro alla prossima stagione.
H 21.30
Ingresso con offerta libera