Nella musica italiana qualcosa sta cambiando. È emersa una nuova scena,
povera di mezzi e ricca di determinazione, refrattaria alle categorie e
seguita da un pubblico trasversale. I musicisti che vi partecipano hanno
attraversato il decennio senza tirare il fiato: intorno a loro
crollavano palazzi e simboli, si aprivano crepacci in cui precipitavano
certezze acquisite. Hanno visto sciogliersi lavoro e mercati, innalzarsi
la soglia della povertà insieme al riscaldamento globale. Attaccato
jack agli amplificatori mentre il cosiddetto primo mondo dichiarava una
guerra dopo l’altra, suonato a tutto volume senza riuscire a sovrastare i
focolai di risate televisive. Guidato per ore in furgone, attraversando
la penisola alla faccia di presunte secessioni. E se anche l’Italia sta
per crollare, questi artisti non si sono risparmiati. Non hanno
aspettato tempi migliori per evitare di sporcarsi le mani. Non si sono
trasferiti all’estero. Hanno continuato, con ogni forza residua, a
suonare il paese prima che cada.
Racconti orali Francesco Bianconi
(Baustelle), Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica), Pierpaolo
Capovilla (Il teatro degli orrori), Max Collini (Offlaga Disco Pax),
Dente, Federico Dragogna (Ministri), Enrico Gabrielli (Mariposa, Calibro
35), Meg, Enrico Molteni (Tre allegri ragazzi morti), Massimo Pupillo
(Zu), Tying Tiffany.
Appendice storia della discografia indipendente italiana (2000-2010) a cura di Davide Brace.
Andrea Scarabelli è nato a Milano nel
1983. Suoi racconti, interviste e recensioni sono apparsi su “Rolling
Stone”, “Pulp”, “il manifesto”, Gq.com, Carmilla, “Atti impuri”. Nel
2008 ha pubblicato la docufiction Beautiful (No Reply).
H 20.30
Ingresso gratuito