Tutti sanno che nell’Africa Centrale esiste uno stato che si chiama Congo e in molti avranno sentito parlare dalla tv o letto su qualche giornale di conflitti interni, violenti scontri, stragi che da tempo immemore devastano quella zona. In pochi però conoscono i particolari, le sconvolgenti verità che hanno caratterizzato la guerra civile scoppiata nel 1998. Un conflitto definito anche “la guerra mondiale africana” per il coinvolgimento degli eserciti di numerosi paesi, tutti interessati allo sfruttamento delle risorse naturali e minerarie della ragione, ma per lo più indifferenti di fronte alla decimazione della popolazione locale.
E’ proprio nella Repubblica Democratica del Congo e nella sua capitale, Kinshasa, che Lorenzo Mazzoniconduce il lettore. E lo costringe, con la forza di parole fredde e ben misurate, e di immagini nitide e agghiaccianti, a tenere ben spalancati gli occhi su una realtà che appare quasi assurda, perché per tanti aspetti, quelli forse più crudi, passata inosservata.
I ricchi vivono un’esistenza parallela nel loro lussuoso quartiere, in mezzo a bidonville popolate da zombie, moribondi comunque condannati a morire per la fame e le epidemie. Tutti sembrano essersi arresi di fronte all’ineluttabile destino di un paese precipitato nel caos. I pochi che detengono un minino di potere cercano di arraffare la loro fetta di torna senza più alcun tipo di scrupolo. Coloro che avrebbero dovuto o potuto far qualcosa per migliorare la situazione, sono stati sopraffatti dal disincanto e dalla frustrazione. E le delegazioni inviate dalle potenze occidentali appaiono come macchiette, inutili presenze incapaci di portare un minimo di sostegno alla popolazione.
Non esistono i “buoni” in questo romanzo, ma al massimo vittime sacrificate in nome di un odio e di giochi di potere a loro completamente estranei. E poi ci sono alcuni tra gli stranieri, come medici e reporter, mandati in questo inferno per mettere in pratica le loro competenza. 'Ma a quale scopo?' viene da chiedersi. E loro questa domanda se la pongono, in continuazione. Ad uno ad uno, persa la fiducia e la forza di volontà che faceva intravedere nei loro intenti un minimo di speranza, acquistano una nuova consapevolezza: il loro destino è di soccombere inermi insieme alla città intera, o cercare di fuggire e di lasciarsi tutto alle spalle. Ma come dimenticare ciò che ormai si sa e si è vissuto in Congo?Non si può dimenticare: perché l’anima di chi ha visto con i propri occhi le stragi di innocenti perpetuate da esercito e ribelli, sarà per sempre, indelebilmente segnata dall’orrore.
Un romanzo duro, quello di Lorenzo Mazzoni, a tratti cinico e crudo, che si legge tutto d’un fiato e che ti colpisce, senza preavviso, come un pugno nello stomaco.Un libro di denuncia per tutto quello che non è stato fatto in questo stato africano, così come in tanti altri. Una storia che fa riflettere sul ruolo delle potenze occidentali in conflitti come quello congolese, ruolo marginale se non dannoso, soprattutto per la popolazione locale.
Questo piccolo spaccato, che racconta solo alcune delle terribili verità accadute nella Repubblica Democratica del Congo, poco prima dello scoppio della guerra civile, dovrebbe bastare a chiunque per farsi un esame di coscienza. Fatelo, è importante e giusto. Poi chiudete “Le Bestie” e tornatevene pure alla vostra vita tranquilla.
H 20.30
Ingresso gratuito