La
memoria è futuro. Il 5 aprile di 20 anni ebbe inizio
l'assedio della
città di Sarajevo a opera delle forze nazionaliste
serbo-bosniache.
L'assedio, il più lungo nella storia della guerra moderna,
durò
ininterrottamente per 5 anni. Si stima che le vittime
siano state più
di 12.000, 50.000 invece i feriti, l'85% dei quali tra i
civili,
35.000 gli edifici distrutti. La comunità internazionale
non fece la
sua parte. Oggi Sarajevo non si è ancora rialzata e non è
più la
stessa città di prima dell'assedio. La memoria è vita, e
per Arci
la memoria è condizione ineludibile del proprio agire
quotidiano.
Per questo il Carroponte dedica orgogliosamente una sera
di fine
estate a questa memoria, con il concerto di una band
straordinaria: I
FIGLI DI MADRE IGNOTA, ed un ospite che straordinario lo è
altrettanto: il grande musicista serbo JOVICA JOVIC.
I Figli di
Madre Ignota girano il mondo e lo conquistano senza mai
mostrare il
passaporto: chi li crede balcanici, chi li vuole spagnoli,
siciliani,
turchi, nipotini di Carosone o vicini di casa di Eugene
Hutz, chi li
scambia per surfer senza mare e chi per i protagonisti di
un film che
Kaurismaki prima o poi girerà.
Serbia, Turchia, Germania,
Ungheria, Svizzera, Grecia, Austria, Ucraina, Olanda,
Croazia li
chiamano e li richiamano. Ed il Carroponte, grazie a loro,
diventa un
condensato di mezza Europa.
Jovica Jovic, nato a Belgrado, classe 1953, è nato da
una famiglia di musicisti rom. Suo padre e suo nonno erano
violinisti, Jovic all'età di 9 anni ha scelto invece la
fisarmonica,
strumento nuovo per quei tempi. All'età di 12 anni suonava
ai
matrimoni e alle feste. A 18 anni ha deciso di cercare
fortuna in
altri paesi che potessero offrirgli maggiori possibilità
della
Serbia Dal 1971 al 1996 ha fatto il musicista in vari
paesi d'Europa.
Dal 1996 vive stabilmente in Italia e continua ad
esercitare la
professione di musicista. E il palco del Carroponte non
vede l'ora di
ospitarlo.
H 21.30
Ingresso gratuito