L'unico interprete accreditato delle opere di Dino Fumaretto è Elia Billoni, fin dal lontano 2005.
Ma la vita artistica di Dino Fumaretto nasce ben prima, nell'altrettanto lontano 2002.
Dopo aver portato alle estreme conseguenze la teoria della Finzione
Critica e aver fondato a Roma la Resistenza Gratuita (la resistenza allo
stravisto del nulla, di cui il buco del Pantheon è simbolo supremo), Fumaretto raccoglie i suoi scritti nei libercoli "Mappa dei Periodi" e "Mappa Finale".
Musicalmente, la poetica fumarettiana è frammentata in una miriade di
album autoprodotti che sono stati faticosamente raccolti in "Buchi (2002
– 2006)". Nel 2009 esce l'homemade "Pitocco", una raccolta di scarti
che segna (forse) la strada da percorrere. Ma si tratta ancora di un
episodio di passaggio. Fino al 2010 dove, grazie a La Famosa Etichetta Trovarobato, esce il primo vero album di Dino Fumaretto "La vita è breve e spesso rimane sotto", registrato nell'arco di un solo giorno al Bunker Studio di Rubiera da Andrea Rovacchi.
Le oltre 80 date del tour seguito all'album hanno portato la musica di
Dino Fumaretto in giro per l'Italia e gli hanno permesso di vincere alcuni importanti riconoscimenti.
Nel settembre 2010 ha vinto il premio “Isabella D'Este” per il miglior progetto di teatro canzoneNel maggio 2011 ha ottenuto la “Menzione speciale” alla seconda
edizione del premio “Musica da bere”. Nell'agosto del 2011 ha vinto la
“Targa Bigi Barbieri” per la canzone umoristica.
Ruvidità elettriche, asperità analogiche, atmosfere da cinema western di seconda mano. È questo l'universo sonoro di EL SANTO. Un universo fatto da un lato di sonorità grezze e forma canzone, di aggressioni elettriche e suoni lo-fi, che la band esplora nel tentativo di non allinearsi a scene o maniere. Senza fronzoli né pose. Dall’altro, i testi, sarcastici e disincantati, attingono dall’immaginario delle arti visive e della letteratura e sono ora sussurrati, ora declamati e distorti nell'incedere dei brani.
El Santo è un progetto musicale che, dal 2011, unisce Giorgio Scorza, Daniele Mantegazza e Lorenzo Borroni, tre ex componenti de La Stasi ("L'estate è vicina", 2007, Baracca & Burattini/Audioglobe), a Pasquale Defina (saggiamente definito da MTV un personaggio iperattivo del panorama rock d'autore italiano, grazie ai suoi progetti come Volwo e Atleticodefina, ma anche alle eccelse collaborazioni con Afterhours, Manuel Agnelli e Emidio Clementi, Sainkho Namtchylak, Steve Piccolo,Cristina Donà....), quest'ultimo in qualità di produttore artistico prima e di membro aggiunto della band poi.
Il passaggio dalla sala prove alla registrazione dell'album IL TOPO CHE STAVA NEL MIO MURO è stato naturale e automatico: il disco è stato realizzato - live - presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani, in soli due giorni. In quest'occasione, la band si è avvalsa della partecipazione di Pancho Ragonese al pianoforte, Fender Rhodes e Wurlitzer, di Roberto Romano (già Rossomaltese, poi Volwo, ora Baustelle) al sax e clarino, di Stefano Mazzucchelli al basso e della voce di Federica Vino. Al banco, Antonio “Cooper” Cupertino (audio engineer per, tra gli altri, Teatro degli Orrori, Verdena, Vinicio Capossela e Moltheni), che ha collaborato alla stesura delle parti elettroniche dei rec. Il mix è stato affidato a Gianluca Mancini, già al lavoro con Atleticodefina, Ludovico Enaudi, Juan Mordecai, e il mastering a Giovanni Versari.
H 21.30
Ingresso gratuito