I Giuda sono una rock’n’roll
band che mescola il calcio alla musica,
in un intreccio incandescente di glam rock, protopunk e rock'n'roll affilato
che riprende la filosofia "clap your hands and step your feet",
certificata dagli Slade nel loro inno Get down ad get with it, quarant'anni fa. La loro hit su Francesco Totti , Number 10, con il ritornello
che ripete "score a goal, captain", ha spopolato sul web e tra i loro
fan c'è il presidente James Pallotta. Non indossano le tutine argentate che i loro ispiratori glam
rock dei primi anni Settanta (Sweet, Slade, Marc Bolan, Gary Glitter...)
esibivano spavaldi sul palco. Ma è quell'idea di rock'n'roll semplice, diretto,
viscerale, che mira a scaldare cuore e muscoli più che a fare letteratura, la
forza che sta imponendo i Giuda come un fenomeno internazionale. Le quotazioni
della band romana, nata sei anni fa e che per quattro quinti proviene dalla
borgata popolare di Santa Lucia sono in costante ascesa. Dopo Racey Roller, pubblicato nel
2010 dall'etichetta statunitense Dead Beat e poi ristampato dall'inglese
Damaged Goods e dalla californiana TKO, che ha superato le diecimila copie
vendute, la band ha lanciato nel novembre 2013 il nuovo album Let's do it Again con una festa live al
Blackout di Roma.
A fare dei Giuda un caso internazionale è soprattutto l'impresa, che da decenni
non riusciva alle rock'n'roll band, di riportare la fede calcistica al centro
delle canzoni.
La statura internazionale dei Giuda viene certificata dai fan, che
ovunque ai loro concerti pogano, fanno surfing sotto il palco, ma anche dalla
stampa specializzata e persino da tanti colleghi: come Tony Sylvester, il cantante dei Turbonegro, come Phil King, fondatore dei Lush, che
ha detto "la performance dei Giuda
al Buffalo Bar di Londra mi ha riportato indietro ai mitici giorni del '77 in
cui si andava a sentire i gruppi punk che suonavano nelle sale del malfamato
pub londinese", e come Robin Wills dei Barracudas:
"Dopo dieci anni di spaventosa mediocrità, in cui niente di nuovo ha
significato niente, l'uscita di un disco come quello dei Giuda, che ti fa
sobbalzare rispetto a quelli di cui nemmeno ti ricordi il nome, è un evento
stupefacente". Persino Joe Elliott,
cantante dei Def Leppard e insospettabile esperto di glam rock, ha inserito Number 10 nella lista delle 200 canzoni
"assolutamente da sentire prima di morire" della rivista Classic Rock.
La band ha anche un agguerritissimo fan club transalpino, il francese “Giuda
Horde”. I Giuda sono, insomma, delle star!
H 21.30
Ingresso gratuito